ZMD Zombie of mass destruction (2009) di Kevin Hamedani


In un piccolo paesino americano su di un'isola, un virus letale trasforma gli uomini in zombi, e la carneficina diventa metafora del razzismo e della paura di attacchi terroristici. Il tutto, mentre il sangue scorre a fiumi...
A political Zomedy: cosi' recita il flano e fin dai tempi del leggendario La notte dei morti viventi (1968), gli zombi movies sono spesso stati utilizzati come specchio della situazione sociale e politica della realtà dei tempi. Non fa eccezione questo piccolo horror indipendente diretto dall'esordiente  Kevin Hamedani,  uno dei film scelti quest'anno dall'attivissima After Dark Productions per essere inseriti all'interno del festival 8 films to die for. Il risultato e' discontinuo, con momenti di vera comicita' alternati a momenti gore, a "tirate" su razzismo e politica estera americana. Rimane comunque irrisolto e derivativo per quanto concerne sviluppo e tema, pur dimostrando una certa verve ironica ( specie nei siparetti che hanno come protagonisti la coppia gay, che prima si dichiara alla mamma di uno dei due e lei diventa uno zombie e poi finisce nelle grinfie di un prete che vuole "convertirli").




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