La (dis)velata Melancholia

A pochi giorni dall’annuncio che Melancholia è ufficialmente entrato in concorso al sessantaquattresimo Festival di Cannes, il regista Lars Von Trier è tornato a parlare del film: “Come avete visto nel trailer – ha detto in un’intervista a Empire – Melancholia è il nome del pianeta dieci volte più grande della Terra. Mi piaceva l’idea che il nostro pianeta venisse inghiottito da Melancholia. Ho pensato fosse una bella idea: ho letto che si tratta di una delle virtù del romanticismo: quella di voler essere purificati, morendo. Il film, infatti, contiene, molto di questo concetto originale di romanticismo. Molte pellicole oggi sono noiose nel mettere in scene la loro interpretazione di romanticismo”.

Sì, abita con la bellezza, lei, con la bellezza che deve morire;


E con la Gioia, che sempre una mano tiene sulle labbra

Per augurare addio: e vicino al Piacere, che fa soffrire,

E si tramuta in veleno mentre come un’ape succhia la bocca:

Sì, nel tempio stesso del Diletto

Ha il suo santuario sovrano la velata Melanconia,

Anche se nessuno la scorge se non quello la cui strenua lingua

Schiaccia il grappolo della Gioia sul palato da intenditore:

Assaggerà allora l’anima sua la tristezza di quel potere

Che la farà rimanere sospesa tra i suoi nebulosi trofei.



(John Keats, Ode alla malinconia)

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