Rockerilla in edicola con Lynch!
COVER STORY
DAVID LYNCH ph Adam Bordow
ARTICOLI/INTERVISTE:
SIGUR RÓS, THE SMITHS, GARY NUMAN, THE WALKABOUTS, LE BORG, SALVO LAZZARA, IVAN SEGRETO, KUTSO, AMEBIX, EVILE, THE ANSWER, GRAVEYARD, VINCENZO RAMAGLIA
Silencio!
“Ho compreso a fondo l’importanza del silenzio solo nel momento in cui ho appreso la tecnica della meditazione, trentotto anni fa. Non saprei come raccontare la prima sensazione; è come trovarsi in un ascensore cui all’improvviso tagliano i cavi; cominci a sprofondare, ma invece di schiantarti al suolo cominci a fluttuare nel vuoto. In quel movimento si sciolgono ansie, tensioni e preoccupazioni, il mondo sembra un posto più bello e luminoso, ti senti a tuo agio, in sintonia con la natura. Silenzio e dinamismo sono in sintonia nel mio essere. Dentro di me c’è il silenzio assoluto, e il silenzio assoluto è davvero… silenzioso. Ma c’è anche il massimo del dinamismo, e anche quello è incredibilmente… dinamico. Oggi tutto è gridato, strillato, esageratamente enfatizzato. L’unico angolo dove trovare un po’ di quiete è dentro noi stessi. Anche la stanza più tranquilla di qualsiasi casa al mondo è una piazza di mercato se paragonata al silenzio interiore.”
QUI l'articolo completo sul locale aperto da David Lynch a Montmartre apparso su La Repubblica 10/12/2011
"Kaurismaki è un ubriacone", polemiche al Torino Film Festival
Kaurismaki non si è presentato alla consegna del premio "Gran Torino", lasciando Penelope Cruz, scelta per premiarlo, con la statuetta in mano.
Nella conferenza stampa di ieri - dove il finlandese si presenta con l'immancabile bottiglia di birra in mano - Kaurismaki ha confermato di aver disertato proprio perchè a consegnare il premio era la Cruz. "Si può essere una buona attrice o una buona mannequin, ma non tutte e due" ha detto il regista a proposito dell'attrice.
In molti non hanno apprezzato l'uscita del cineasta. Se il direttore del festival Gianni Amelio si limita ad una dichiarazione sobria e misurata ("Si tratta di opinioni assolutamente personali delle quali il regista si assume le responsabilità"), Sergio Castellitto non si trattiene, queste le parole contenute in una nota:
"Vorrei ricordare al signor Kaurismäki che Penelope Cruz è troppo bassa per essere una brava mannequin, ma abbastanza alta per essere una grande attrice. Vorrei anche ricordargli che è tipico delle migliori mannequin restare in albergo ubriache e non venire a ritirare un premio".
Rimanere in albergo ad ubriacarsi con Aki? senza prezzo...
Ecco uno stralcio della conferenza stampa ...
Aki Kaurismäki: Ringrazio i miei genitori per questo premio, perché sono entrambi morti (ironizza). Non so davvero se me lo merito, questo è un onore per me, spero di meritarlo veramente.
Ieri sera si vociferava che lei in realtà non avesse voluto ricevere il premio dalle mani di Penelope Cruz in quanto l’attrice spagnola è legata ad un contratto commerciale con la Loreal, è vero o è per il motivo del glamour da red carpet che lei tanto rifugge?
Aki Kaurismäki: Innanzitutto dovreste sapere che non bisogna mai dare retta alle voci, ma ovviamente si può essere un attore/attrice o una mannequin ma non essere entrambe. Ed ora mi auguro chiuderemo questo argomento. Se volessi aggiungere qualche cosa è che ci sono attori ed attori, di diverso tipo. Ma non ho detto nulla, voi non scrivetelo.
Iniziamo a parlare di cinema, per favore. Innanzitutto sapete perché il tappeto è rosso? Perché non occorre lavarlo tutti i giorni. Altrimenti sarebbe blu ed in caso ci sarei passato sopra.
Vorrei che ci parlasse dell’omaggio che fa al cinema francese, come ad esempio è tornato a farlo con il suo ultimo film, Le Havre.
Aki Kaurismäki: Ho girato il film a Le Havre perché ha degli spazi che mi permettevano di muovermi in modo adeguato e perché il corso principale è di ben 50 cm più largo degli Champs Elisee, 52 cm per la precisione. Avrei potuto girarlo a Genova ma come avete potuto notare il mio italiano non è proprio perfetto, anzi non esiste proprio. Ho girato per tutta la costa europea ma se avessi continuato sarei capitato in Belgio e voglio lasciare il Belgio ai migliori registi esistenti, i Fratelli Dardenne, ma anche loro hanno dei problemi.
Sta lavorando a qualche nuovo progetto?
Aki Kaurismäki: A dir la verità, visto il pubblico no. Che significa che non so bene quale sarà il mio prossimo film. Mi auguro che ci sia altrimenti la mia esistenza non avrebbe più un senso, sono ormai troppo vecchio per imparare una nuova professione.
Cosa pensa del cinema italiano contemporaneo? C’è un regista italiano in particolare che apprezza?
Aki Kaurismäki: Farei il cambio del cinema finlandese con quello italiano in tutti i momenti specialmente alla mattina, la sera non ne sarei più tanto sicuro ma sarebbe troppo tardi per cambiare scelta.
A Cannes dicevano tutti che avrebbe dovuto vincere il suo Le Havre al posto di The Tree Of Life di Malick, avrebbe ritirato il premio in quell’occasione?
Aki Kaurismäki: Mi sarei suicidato piuttosto, ero tra le montagne a giocare a poker quando ho saputo di averlo vinto, ed ho anche perso la partita.
Ci sono tutti i tipi di musica in questo film, come mai questa scelta? Addirittura la musica classica. Aki Kaurismäki: Si. “…”(pausa comica del regista) Ho sempre i soliti dischi e la mattina quando vado allo studio del missaggio me li porto dietro in questo cestino di legno e siccome il missaggio lo faccio io gioco con i soliti due pulsanti e così è come esce fuori la musica. Diventa sempre più difficile perché quelli di Wall Street hanno acquistato tutti i diritti di tutta la musica, ma fortunatamente Wall Street è occupata in questo momento.
Fa tanti ciak quando gira o è sempre buona la prima?
Aki Kaurismäki: In realtà mento agli attori perché non è buona la prima, è buona la prima prova, solo che li faccio provare ed in realtà quando dico loro che faccio il primo ciak a quel punto la macchina da presa è già spenta. L’esperienza m’ha insegnato che gli attori sono sempre al meglio al primo ciak e per altro io non posso permettermi di arrivare al 65 esimo ciak. Hitchcock è morto ed io non mi sento tanto bene.
È stato più difficile dirigere Laika (il cane) o gli attori, ad esempio il ragazzo di colore?
Aki Kaurismäki: Con gli attori ho lavorato come al solito, concedo loro tre secondi e se non sanno la battuta li licenzio, così il giorno dopo tornano con più modestia. Per quanto riguarda Laika, mia moglie se ne occupa sempre. Quando scrivo una sceneggiatura mi chiudo nel mio studio, lo chiamo così perché suona meglio ma in realtà è una stanza, quando passano tre giorni sento bussare mia moglie che puntualmente mi chiede se ho avuto modo di inserire un cane nella sceneggiatura ed io ovviamente trovo sempre il modo di inserircelo. Mi piacciono i cani perché non criticano mai e non analizzano mai, a volte abbaiano ma in fondo non disturba molto.
Rimanere in albergo ad ubriacarsi con Aki? senza prezzo...
Ecco uno stralcio della conferenza stampa ...
Aki Kaurismäki: Ringrazio i miei genitori per questo premio, perché sono entrambi morti (ironizza). Non so davvero se me lo merito, questo è un onore per me, spero di meritarlo veramente.
Ieri sera si vociferava che lei in realtà non avesse voluto ricevere il premio dalle mani di Penelope Cruz in quanto l’attrice spagnola è legata ad un contratto commerciale con la Loreal, è vero o è per il motivo del glamour da red carpet che lei tanto rifugge?
Aki Kaurismäki: Innanzitutto dovreste sapere che non bisogna mai dare retta alle voci, ma ovviamente si può essere un attore/attrice o una mannequin ma non essere entrambe. Ed ora mi auguro chiuderemo questo argomento. Se volessi aggiungere qualche cosa è che ci sono attori ed attori, di diverso tipo. Ma non ho detto nulla, voi non scrivetelo.
Iniziamo a parlare di cinema, per favore. Innanzitutto sapete perché il tappeto è rosso? Perché non occorre lavarlo tutti i giorni. Altrimenti sarebbe blu ed in caso ci sarei passato sopra.
Vorrei che ci parlasse dell’omaggio che fa al cinema francese, come ad esempio è tornato a farlo con il suo ultimo film, Le Havre.
Aki Kaurismäki: Ho girato il film a Le Havre perché ha degli spazi che mi permettevano di muovermi in modo adeguato e perché il corso principale è di ben 50 cm più largo degli Champs Elisee, 52 cm per la precisione. Avrei potuto girarlo a Genova ma come avete potuto notare il mio italiano non è proprio perfetto, anzi non esiste proprio. Ho girato per tutta la costa europea ma se avessi continuato sarei capitato in Belgio e voglio lasciare il Belgio ai migliori registi esistenti, i Fratelli Dardenne, ma anche loro hanno dei problemi.
Sta lavorando a qualche nuovo progetto?
Aki Kaurismäki: A dir la verità, visto il pubblico no. Che significa che non so bene quale sarà il mio prossimo film. Mi auguro che ci sia altrimenti la mia esistenza non avrebbe più un senso, sono ormai troppo vecchio per imparare una nuova professione.
Cosa pensa del cinema italiano contemporaneo? C’è un regista italiano in particolare che apprezza?
Aki Kaurismäki: Farei il cambio del cinema finlandese con quello italiano in tutti i momenti specialmente alla mattina, la sera non ne sarei più tanto sicuro ma sarebbe troppo tardi per cambiare scelta.
A Cannes dicevano tutti che avrebbe dovuto vincere il suo Le Havre al posto di The Tree Of Life di Malick, avrebbe ritirato il premio in quell’occasione?
Aki Kaurismäki: Mi sarei suicidato piuttosto, ero tra le montagne a giocare a poker quando ho saputo di averlo vinto, ed ho anche perso la partita.
Ci sono tutti i tipi di musica in questo film, come mai questa scelta? Addirittura la musica classica. Aki Kaurismäki: Si. “…”(pausa comica del regista) Ho sempre i soliti dischi e la mattina quando vado allo studio del missaggio me li porto dietro in questo cestino di legno e siccome il missaggio lo faccio io gioco con i soliti due pulsanti e così è come esce fuori la musica. Diventa sempre più difficile perché quelli di Wall Street hanno acquistato tutti i diritti di tutta la musica, ma fortunatamente Wall Street è occupata in questo momento.
Fa tanti ciak quando gira o è sempre buona la prima?
Aki Kaurismäki: In realtà mento agli attori perché non è buona la prima, è buona la prima prova, solo che li faccio provare ed in realtà quando dico loro che faccio il primo ciak a quel punto la macchina da presa è già spenta. L’esperienza m’ha insegnato che gli attori sono sempre al meglio al primo ciak e per altro io non posso permettermi di arrivare al 65 esimo ciak. Hitchcock è morto ed io non mi sento tanto bene.
È stato più difficile dirigere Laika (il cane) o gli attori, ad esempio il ragazzo di colore?
Aki Kaurismäki: Con gli attori ho lavorato come al solito, concedo loro tre secondi e se non sanno la battuta li licenzio, così il giorno dopo tornano con più modestia. Per quanto riguarda Laika, mia moglie se ne occupa sempre. Quando scrivo una sceneggiatura mi chiudo nel mio studio, lo chiamo così perché suona meglio ma in realtà è una stanza, quando passano tre giorni sento bussare mia moglie che puntualmente mi chiede se ho avuto modo di inserire un cane nella sceneggiatura ed io ovviamente trovo sempre il modo di inserircelo. Mi piacciono i cani perché non criticano mai e non analizzano mai, a volte abbaiano ma in fondo non disturba molto.
RIP Ken Russell
Ken Russell, il visionario e psichedelico cineasta britannico, si è spento il 28 novembre scorso a Londra all’età di 84 anni. Autore di vere e proprie provocazioni cinematografiche come I diavoli , Messia selvaggio (1972) con Helen Mirren ,l’horror Stati di allucinazione (1980), La perdizione (1974)e il celebre film sull’opera rock degli Who, Tommy. Avrebbe certo gradito che brindassimo con del gin...
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